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Non ledere la tua capacità di amare

Aggiornamento: 25 mar




L’importanza di questo tema, l’abilità di amare e amarsi, emerge soprattutto di fronte a ciò che accade durante le letture di tarocchi. Ci sono ancora troppe persone – soprattutto donne – che mettono il proprio futuro nelle mani di qualcun altro.


L'ossesione di amare

Il sano desiderio di amare viene sostituito con l’ossessione di amare. E, in questa ossessione, non ci si rende conto che si sta proiettando sull’altra persona un mito impossibile: quello del principe azzurro, o della donna ideale, a seconda dei casi.


Se è vero che l’amore è, in fondo, ciò che tutti vogliamo, è altrettanto vero che manca una vera e propria educazione all’amare.

Il 90% delle persone è bloccata in una dinamica pretenziosa, in cui l’altro/a deve funzionare come una risposta alle proprie esigenze affettive.


Decade, così, la possibilità di vivere l’amore come un viaggio tra due persone che, di partenza, sono già appagate da se stesse, attraverso le proprie scelte di vita personali.


Quando l’amore non è sano

Sono soprattutto le donne, a cedere all’amore malsano. Ma non si creda che gli uomini ne siano immuni. Di relazione in relazione, pare che le persone vadano a ledere intenzionalmente gli argini dell’amar bene.


Questo saltare da una relazione sbagliata all’altra ha delle conseguenze profonde, e va a ledere in modo significativo la capacità di amare la vita in senso più ampio.

La donna o l’uomo che, di volta in volta, vive relazioni tormentate, che separano interiormente anima e personalità, recide il contatto sano con la vita, e il donarsi al mondo. Diminuisce la capacità di trovare per sè ciò che ha il sapore di una corrispondenza.


Si ama bene quando non si manca ai propri principi. Si ama bene quando l’amore non viene elemosinato, e quando l’altro non è vissuto come “colui o colei che salverà la mia vita dall’assenza di un senso”.





L’amore è un incontro, non una pretesa

In questi anni sempre più donne hanno deciso di intraprendere un percorso di Counseling per capire la dinamica di un amore che ha dilaniato il proprio equilibrio personale.


Come dicevo poco sopra, non dobbiamo credere che le relazioni tossiche non abbiano conseguenze per la nostra vita, sia nel presente, che per le relazioni a venire.


Chi salta da una relazione poco soddisfacente a un’altra non può aprirsi alle profondità dell’amore. Ma, soprattutto, non può sperimentare il viaggio della fiducia che è alla base stessa della relazione di coppia.

Quando la relazione è tossica – ovvero quando sono presenti: manipolazioni, ricatti, violenze verbali o fisiche – il danno aumenta. La persona diventa sempre più disillusa, e si allarga la propria ferita interiore.


I postumi della relazione tossica

I postumi di una relazione tossica possono essere considerati il vero e proprio corpus di un trauma amoroso.


Senza “tirare in ballo” i dolori dell’abbandono del passato, ad esempio da parte della propria famiglia di origine, la relazione che vìola l’amor proprio instilla nella persona un irrisolvibile senso del dubbio.


Vivere costantemente nel dubbio (di sé e degli altri) è la condanna di molte persone che, dopo un partner manipolatorio, non riescono più a ristabilire un contatto sano con la gioia di amare. Senza un percorso che vada a sanare le ferite di queste relazioni emotiviamente perturbanti, non può esserci il ripristino di un modo pulito di intendere l’amore.

L’uomo o la donna che sono reduci da una persona manipolatoria hanno bisogno di fermarsi, e prendersi un tempo di cura per rimettere ordine interiormente. Se questo ordine emotivo, interiore e profondo, non viene ristabilito, la persona vagherà nel mondo delle relazioni con una ferita aperta.


Le favole che fanno male

Il mito del principe azzurro, e di una bella addormentata nel bosco che riceve finalmente la linfa vitale per mano di un uomo, è un mito pericoloso e da distruggere.


Molte donne sono ancora oggi alla ricerca del lui che le salvi. È l’uomo ideale, colui che deve essere “così, così, e così”. Deve incarnare, insomma, il principe azzurro.

Di contro: quale uomo vorrebbe mai avere questo arduo compito? Lo stereotipo del principe azzurro agisce indirettamente e in modo invisibile sulle dinamiche relazionali. Incollando spesso al compagno del momento l’immagine di chi ci deve rendere felici.


Se è vero che le donne vivono l’amore secondo questo filtro, è vero anche che, molte di esse, lo considerano naturale.


Il viaggio della relazione a due, spesso, può davvero iniziare solo nel momento in cui la donna toglie dal proprio sguardo la visione (e quindi la ricerca) del principe azzurro.


Non facciamo però di tutta l’erba un fascio

Oggi ho parlato solo di alcuni aspetti delle relazioni affettive. Perché lo scopo del post, in questo momento, è sottolineare più che mai la necessità di proteggere l’amore dalle nostre idee, e dalle nostre stesse azioni.


Vedere la coppia attraverso la lente di chi cerca il principe azzurro, darsi sempre in pasto ai manipolatori, ecco, sono due modalità relazionali che lasceranno il segno nella persona. E andranno a ledere la sua autentica capacità di amare.

Qual è la soluzione, per uscire da queste e altre dinamiche tossiche?

Mettersi in ascolto, intraprendere un cammino di crescita personale, per imparare a predisporsi bene all’amore. Questo comporta anche l’imparare a scegliere e a proteggersi. Sono le premesse per l’amore sano.


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