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Rabbia: cosa te ne fai?

Aggiornamento: 11 mar


Giulia Scandolara, Counseling online, ascolto e orientamento, relazione d’aiuto a breve termine, Counselor

Rabbia. Ne abbiamo sentite di tutte, su cosa fare con la rabbia. Va controllata, gestita, canalizzata, espressa. Poi qualcun altro ci ha detto l'esatto opposto: la rabbia non va controllata, non va gestita, non va canalizzata e non va nemmeno espressa. Aiuto!

Rabbia: i suggerimenti di un monaco

Prima di dirti cosa fare con la tua rabbia – e no, non devi portatela appresso come una fedele compagna – voglio dirti che c'è un monaco che ha insegnato molto, riguardo alla tossicità delle emozioni: è Thich Nhat Hanh, ed è l'autore di un saggio intitolato "Spegni il fuoco della rabbia".


Purtroppo lui non c'è più, se n'è andato a gennaio di quest'anno, ma ci ha regalato letture preziose per curare le ferite della nostra anima in modo autonomo. Sono certa che, se ami leggere, i suoi saggi ti aiuteranno molto.


Spegnere il fuoco

Nel suo libro" Spegni il fuoco della rabbia" Thich spiega come incontrare la più pestifera delle emozioni, senza restare delle vittime:

"La rabbia è come un bambino piccolo che sta male, che strilla e che piange, che ha bisogno che la mamma lo prenda in braccio. Per il tuo bambino, per la tua rabbia, tu sei la mamma."

Il valore della consapevolezza, quando parliamo di rabbia, è tutta concentrata nella potenza del respiro. Il respiro, in questo caso, è una corsia preferenziale verso l'ascolto di sé.


Fermarsi a respirare: fa la differenza

Thich lo spiega bene: quando ci arrabbiamo, e stiamo per annaffiare di nuovo i semi della rabbia, dobbiamo fermarci, smettere di fare ciò che stiamo facendo, e abbracciare la nostra rabbia.


Si tratta di un'emozione travolgente. Anche per i professionisti della relazione d'aiuto, la rabbia è una vera prova del nove. Possiamo smorzarla con l'ironia, farci venire i fumi, rompere oggetti in preda all'ira. Ma ha ragione il buon vecchio Thich: l'unica è abbracciarla, e coccolarci, perché questo faccia emergere la parte ferita di noi.


La rabbia: un'emozione "fetente"

La rabbia ci trae in inganno. E non solo perché ci fa perdere il centro, il lume della ragione, il senso della realtà.


Ci inganna perché crediamo che sia "solo rabbia", quando invece, dietro questa emozione, si nasconde tanto altro: un profondo dolore, ad esempio. Quindi, non è mai ciò che sembra.


Sotto l'esondazione di un momento d'ira, si celano, in gran segreto, una collezione di momenti tristi.

Rabbia: quando cela tristezza e frustrazione

Quando non chiedi ciò che vuoi, accumuli tristezza e frustrazione. Quando non ascolti la tua vocina interiore e vai avanti come nulla fosse, ingoi malinconia. Meno ascolti la tua tristezza, più lei avrà bisogno di essere vista. Sotto la tua rabbia, si nascondono amarezza e delusione.


Ma come potrà zampillare fuori, la tristezza accumulata che è in te? Lei è un'emozione così poco appariscente, come farà? Prenderà forza mandando avanti la rabbia.


Serve prenderti cura della tua personale collezione di tristezze. Non aspettare di arrabbiarti o intristirti ancora, ancora e ancora. Inizia ad ascoltarti.





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