Relazioni e controllo della parola
Aggiornamento: 25 mar

Le parole sono pietre (ponti e carezze). Ed è per questo che, nel Counseling per me è importante saper governare l’uso della parola.
Controllare ciò che diciamo: è possibile? Parliamone. Perché, nella tua quotidianità, hai bisogno di usare le parole a tuo favore, e senza ferire gli altri.
Il controllo della parola è sacro anche durante la lettura di Tarocchi online. Infatti, nella relazione d’aiuto, come anche nella tarologia, lo strumento di guarigione è proprio ciò che viene detto. E come viene detto.
Persone che dicono tutto ciò che pensano
Saper comunicare significa sapere cosa dire, e soprattutto cosa non dire. Ma implica anche una grande dote: capire quando parlare e quando no.
Quindi: prima dovremmo capire cosa dire e cosa no. Poi, dovremmo chiederci: è il momento giusto, per parlare?
Invece, molto spesso i dialoghi delle relazioni sono caotici.
Ecco ad esempio alcuni brutti vizi che, certamente, impediscono di utilizzare parole e comunicazione in modo favorevole:
dire, a presa diretta e senza filtri, tutto ciò che si pensa
usare l’altra persona come una valvola di sfogo dei propri lamenti
parlarsi sopra, magari alzando anche il livello di voce
non inserire delle pause di riflessione durante il dialogo
Ti capita mai di dire ciò che pensi, senza prenderti il tempo di formulare ciò che vuoi dire?
Sarebbe infatti un grande passo per le tue relazioni, quello di imparare a “cucinare” i pensieri e le parole.
Cucinare parole e pensieri
Parole e pensieri sono strettamente connessi. Quando vogliamo parlare bene con gli altri dobbiamo diventare artisti della parola. La parola va soppesata, inserita all’interno di una narrazione chiara e non ambigua.
La formulazione dei tuoi pensieri dovrebbe essere sostenuta da energia pulita. Sì, anche quando le circostanze ti portano nella rabbia o nel conflitto. Anzi. Proprio in queste occasioni, la parola e la buona formulazione dei pensieri diventano una pratica di presenza.
Serve infatti essere presenti a se stessi, quando si vuole avere pieno controllo della parola.
Per questo motivo, serve un tempo: un tempo per preparare ciò che vuoi dire.
Serve poi un momento per "mescolare" gli elementi della comunicazione: assertività, fiducia, chiarezza e messaggio.
E serve tempo per portare a maturazione ciò che si vuole dire, “mettendo insieme gli ingredienti” prima nella propria testa. E parlare? Viene dopo.
Scatta infine un passaggio delicatissimo: l’impiattamento, il come. Come dispenserai agli altri le tue idee? Ecco cosa intendo, quando dico che i pensieri vanno cucinati. Ci sono fasi preparatorie al dialogo che non vanno saltate.
Prima di parlare
Prima di parlare ci dev’essere un tempo di profonda elaborazione, sia mentale che emotiva. Ma oggi, questo tempo, non se lo concede più nessuno. O, quantomeno, è raro. Così non dev’essere.
Prima di parlare riprenditi il senso del tempo. Rifiuta l’urgenza del voler dire “tutto subito”, e pondera il senso di ciò che vuoi dire. Cerca le parole con cura.

Da dove nasce il controllo della parola
Sono 10 anni che mi occupo di relazione d’aiuto. Posso certamente dirti che, il controllo della parola, è un’arte che si apprende con il tempo.
Per saper dosare le parole non serve “solo” prestare attenzione al fattore comunicazione. Ciò che conta, soprattutto, è saper riconoscere quali emozioni si agitano mentre stiamo parlando.
Aspetta, se c’è rabbia.
Qualsiasi parola buona – anche nella situazione più difficile – nasce infatti da uno stato di quiete emotiva. Se non vi è questa condizione, allora, anche quando hai ragione, be', non hai ragione per parlare.
Spero di averti fatto riflettere.
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