Tarocchi? "Ah, portano sfortuna!". E chi li legge? "È certamente una strega!".
Tarocchi: ma da dove arrivano tutti questi falsi miti?
Eccoci a quel post che prima o poi è necessario scrivere, per sfatare tutte le cavolate galattiche sui tarocchi.
Faccio un rapido elenco delle idiozie considerevoli. Ma vediamole poi una a una, per smontare tutti i falsi miti che si possono incontrare, quando parliamo di tarocchi.
Tarocchi: vediamo quanti falsi miti riesco a elencarti
Tutti sanno che, parlare di tarocchi significa soprattutto avere a che fare con credenze di ogni sorta.
Se è vero che alcuni di voi sono coscienti, del fatto che esistano falsi miti, va detto anche che non basta riconoscerli.
Missioni impossible: smontare una falsa credenza, nella tua testa
La sfida di questo post, è infatti quella di smontare tutti i falsi miti che incontreremo, facendo il più possibile chiarezza.
Ecco l’elenco dei 10 peggiori falsi miti sui tarocchi:
I tarocchi portano sfortuna e sono strumento del diavolo
Sono pericolosi
Farsi fare una lettura dei tarocchi significa ricorrere alla magia nera
Chi legge i tarocchi fa anche legamenti d’amore
Chi legge i tarocchi è anche una medium o qualcuno che ha “dei poteri”
Il cliente non deve avere le gambe non incrociate
Senza la giusta atmosfera e la giusta preparazione, non si possono leggere i tarocchi
I tarocchi possono vedere di tutto: dai sentimenti degli altri, a cosa accadrà
Le carte si arrabbiano se un cliente fa la stessa domanda, a distanza di tempo
I tarocchi impongono alle persone di prendere delle decisioni o danno sentenze a cui non si ci può sottrarre
Tutti questi pregiudizi sono frutto di pura ignoranza, è vero. Ma dipendono anche da come i tarocchi vengono rappresentati nei film, nelle serie televisive, e in molti spettacoli che propongono lo stereotipo della cartomante, o dei poteri necessari per leggere i tarocchi.
1) I tarocchi portano sfortuna e sono strumento del diavolo
Questa cazzata fotonica (scusate il francesismo) ha però una sua radice storica. Soprattutto attorno al XV° secolo, si credette che i tarocchi fossero l’incarnazione del peccato e del male.
La Chiesa condannò i giochi di carte (quindi non la lettura dei tarocchi, mai i tarocchi come gioco popolare di carte) perché questi giochi costituivano una delle motivazioni principali per cui soprattutto gli uomini non presenziavano più alla Santa Messa.
La percezione che i tarocchi incarnino il male, attirino sciagura arriva da fatti storici come i falò delle vanità. Attorno al 1497 la Chiesa ebbe questa folle idea che, l’oggetto (dalle carte, al quadro, dal vestito lussuoso, al gioiello) potesse essere foriero del vizio, e quindi del demonio.
Basta conoscere la storia, quindi, per smantellare il falso mito o pregiudizio che i tarocchi siano strumenti del diavolo, e che per questa ragione, portino sfortuna o disgrazia.
2) I tarocchi sono pericolosi
Per la mia esperienza, credo di poter dire che questa idea nasce soprattutto dall'aver ricevuto letture dei tarocchi negative, ovvero svolte in malo modo.
Magari non sono le tue dirette esperienze, a farti percepire che i tarocchi siano pericolosi.
Sono piuttosto amici e amiche, a metterti in guardia, a causa di una loro brutta esperienza.
In altri casi, sì, puoi essere tu, ad aver avuto un’esperienza negativa che ha segnato profondamente la tua opinione. Guarda. È come quando vai dal medico sbagliato: non esiste che siano poi tutti dei ‘cani’.
Se hai avuto brutte esperienze, il mio consiglio è piuttosto di farne tesoro, per decidere meglio in futuro.
Ma perché privarti di nuove esperienze? Penso a tutte quelle persone che hanno vissuto i tanto famigerati "amori tossici". Allora dovrebbero forse dire che l’amore è pericoloso? Beh, quello tossico è certamente un amore pericoloso. Ma mica esiste "solo lui".
3) Farsi fare una lettura dei tarocchi significa ricorrere alla magia nera
Le persone fanno spesso questo errore madornale: tarocchi uguale magia. Come ci si arrivi, a questa formula (niente affatto magica) non ne ho idea. Ma posso immaginare il circuito di pensieri che stanno dietro a una convinzione di questo tipo.
Un po’ è colpa dell’idea che per leggere i tarocchi servano dei poteri. Un po’ è colpa delle varie serie tv in cui, chi legge i tarocchi, si accompagna sempre a qualche libro di incantesimi, talismani e via dicendo.
Pozioni magiche, talismani e tarocchi sono la stessa cosa? No. I tarocchi costituiscono un universo a sé stante.
Nella mente di tutti, però, i tarocchi sono legati alle zingare, a figure losche e sempre ammantate da un alone di mistero.
Mai si nominano invece i tarocchi letti dalle dame di corte, però. E mai si racconta di come la Chiesa stessa si avvicinò ai simboli dei tarocchi, a partite dall’ermetismo cristiano.
4) Chi legge i tarocchi fa anche legamenti d’amore
Per questo falso mito dobbiamo ringraziare la moderna cartomanzia, che fa di tutto un po’: legamenti d’amore per far tornare la persona amata, rituali per attrarre denaro, preghiere.
Va detto che, la merce più preziosa di questo settore è la paura delle persone. O le loro speranze!
Chi legge (bene e seriamente) i tarocchi fa solo questo. E, per amore di etica, evita di fare i legamenti d’amore. Questi legamenti, non sono poi definibili "magia rossa". Ma una vera e propria cialtronata.
5) Chi legge i tarocchi è anche una medium o qualcuno che ha “dei poteri”
Questo falso mito merita qualche spiegazione in più. Innanzitutto, come spesso dico, le persone non devono avere dei poteri, per imparare a leggere i tarocchi.
Al massimo dovrebbero avere una sana e robusta etica, per evitare di leggere i tarocchi a sentimento, o usare insieme più mazzi di carte, facendo cose fantascientifiche. I tarocchi richiedono solo tanto studio.
Ma questa relazione “tarocchi/medianità” ha il suo perché. In passato, infatti, alcune donne dell’800 usarono millantate presunti poteri medianici per conquistare posti di spicco, all’interno della società.
Ben presto smascherate, queste donne riuscirono però a compiere una vera e propria emancipazione femminile attraverso un vestito sociale di medium, cartomante sensitiva, negromante. Fenomeno molto interessante, a livello antropologico.
6) Il cliente non deve avere le gambe non incrociate
Ci sono retaggi scaramantici che, detto tra noi, mi fanno cadere le braccia. I clienti dovrebbero tagliare il mazzo in due (nella lettura dal vivo) solo con la mano sinistra.
Peccato che non si stai nemmeno giocando a carte, e che quindi tutte quelle azioni legate al mazzo inteso come gioco decadano, in sede di lettura.
Il cliente può: stare in piedi, a gambe incrociate, può tamburellare con le dita. Niente di tutto ciò influenzerà la lettura.
7) Senza la giusta atmosfera e la giusta preparazione, non si possono leggere i tarocchi
Penso a tutti coloro che benedicono il mazzo, lo espongono alla luna, accendono delle candele, in sede di consulenza.
Alcune persone pensano di dover essere tutte vestite in un certo modo, ora per fare la lettura dei tarocchi, ora per riceverla. Detto tra noi: la ritualità è un grande valore, ma non in questi termini, sempre scaramantici.
8) I tarocchi possono vedere di tutto: dai sentimenti degli altri, a cosa accadrà
A volte temo mi possa vedere un embolo, quando le persone mi chiedono: "cos’altro vedi nelle carte?", "dov’è lui in questo momento?", "ci sarà qualcuno, per me?".
A parte il fatto che i tarocchi non servono solo per vedere il tema dell’amore, il problema è credere che si possa affrontare la vita così, con letargia e abbandono di sé.
I tarocchi sono uno strumento introspettivo, orientativo, ma non fanno miracoli.
E non è che, se guardo più a lungo le carte, allora si apre un varco spazio-temporale attraverso cui vedo le segrete connessioni invisibili di tutte le relazioni del mondo. Dai, santa pace!
9) Le carte si arrabbiano se un cliente fa la stessa domanda, a distanza di tempo
Tranquilli tutti. Le carte non si arrabbiano, se a distanza di tempo riproponiamo insieme la stessa domanda, fatta la volta precedente.
Con questo falso mito, aggiungo, si crede che le carte abbiano poteri a sé stanti. Mh: qui siamo tra folklorismo e animismo.
Il fatto di poter riproporre la stessa domanda, in sede di lettura, non ci deve portare all’ossessione di quella domanda, però. Rifarla va bene, ma a distanza di un tempo "sano di mente" (quindi: non il giorno successivo, fanciulli e fanciulle).
10) I tarocchi impongono alle persone di prendere delle decisioni o danno sentenze a cui non ci si può sottrarre
Niente affatto.
Per prima cosa i tarocchi non danno sentenze e non impongono decisioni.
Lo dico soprattutto pensando al fatto che, una lettura dei tarocchi è un viaggio, compiuto da me e dalla persona che ha chiesto la lettura. Non c’è mai un momento in cui, questo viaggio, diventa una sentenza, o comporta l'obbligo di prendere delle decisioni.
Detto ciò: presa visione di quel che emerge in lettura, la persona può sempre dire: "scelgo di andare dalla parte opposta", "decido di ignorare il messaggio dei tarocchi".
Nessuno verrà quindi a casa tua a importi La Parola del Tarot. Siamo sempre liberi di scegliere. Più che mai, in relazione a quanto emerge in sede di lettura.
Tarocchi: prova, per ridimensionare paure e falsi miti
Spero di aver smantellato questi falsi miti.
Sappi che, la cosa migliore da fare, se vuoi capire come funziona una lettura, è: provare. Non perderai la testa. Non ti crescerà una diabolica coda, e non ci sarà alcuna piogga di fulmini su di te, se proverai la mia consulenza. Sembra infatti che tutta la mia clientela sia rimasta incolume, dopo la lettura...
Ps.
In questo post ho volutamento giocato con quelle immagini che costruiscono il nostro immaginario folkloristico, nel momento in cui si parla di tarocchi: sfere di cristallo, letture della mano, donne vestite con drappi affaschinanti e sgargianti, o vecchie sagge megere.
Ci arrendiamo al fascino di queste immagini come si fa con le patatine: perché sono sfiziose. Ma quando abbiamo bisogno di fare chiarezza dobbiamo cercare altrettanta pulizia (esteriore, interiore) nella persona che ci leggerà il Tarot.
Giulia Scandolara - Tarologa professionista, Gestalt e Art Counselor
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