Il senso dell’aiuto, il suo compito, è quello di comprendere la direzione dei fatti, cogliere come la persona si muova nel mondo, orientandola al proprio bene.
Questo è infatti il cuore, del Counseling: orientare il cliente o la cliente a conoscere la propria persona, attraverso un tempo (quello della consulenza) fatto di ascolto e verbalizzazione.
Counselor-cliente: è una relazione verticale
Il cliente verbalizza – paure, vissuti recenti, aspettative – mentre il Counselor ascolta, e conduce. Sì: conduce.
Non può esservi aiuto senza una persona che conduca la relazione stessa dell'aiuto – attenzione: questa non è una dinamica di potere, bensì una condizione necessaria e indispensabile, perché l’aiuto avvenga e passi. Una relazione verticale, non amicale.
Counseling: come tradurre questa parola
Counseling è una parola che potremmo tradurre – in fretta e in modo ambiguo – come "consigliare". Errore.
Il termine "Counseling" non vuol dire, più semplicemente "consigliare" – usciamo dalla traduzione stretta della parola che, dal passaggio all’inglese-italiano, ne risulta compressa, impoverita.
Non c’è alcun “consiglio”, nel Counseling
In quella relazione d'aiuto a breve termine che è il Counseling, si realizza, piuttosto – entro un massimo di 10 incontri – un tempo fatto di supporto, assistenza, e consulenza professionale volta alla comprensione di sé.
È una consulenza attraverso la quale, il cliente, o la cliente, ha modo di trovare nuove soluzioni e strumenti, in relazione a problematiche relazionali di carattere quotidiano.
Si sbobina il nastro della vita, si scorge un tema principale, e gli si dà spazio, ricoprendolo di attenzioni.
Concordare un focus, e lavorarci
Insieme al cliente si sceglie un focus – che sia il lavoro, la famiglia o altro – e si sente dove le cose non tornano. Ovvero: dove la persona non combacia più con gli accadimenti del reale, dove gli accadimenti – fatti nebulosi, chiari, ma in ogni caso stridenti e dolorosi – non permettono alla persone di sentirsi a casa nella propria vita.
Counseling: la parola e l'ascolto come strumenti
A tutto questo, si provvede: con le parole, l’accuratezza dell’ascolto, la pratica di un metodo (il mio è di origine "gestaltica": si dà valore all’ovvio, e con solerzia si passa a rivedere una vasta prassi comportamentale del cliente, in accordo con lo stesso).
Counseling fa rima con accompagnare
Non è un percorso psicologico, ma un percorso esistenziale e filosofico, per dirlo con le parole del padre fondatore della Gestalt – Fritz Solomon Perls.
Chi è che inizia un percorso di Counseling online?
Chi vuole capire le proprie relazioni, ad esempio: perché si ripetono le stesse dinamiche, e come se ne esce?
Un percorso per smascherare tossici automatismi
Counseling: è anche per chi vuole capire l’amore; cos’è, cosa non è.
È un appuntamento (a cadenza variabile e da concordare) per chi vuole un compagno di viaggio, in questo compito esistenziale che è il capirsi. Un compagno (una compagna) professionale che serva soprattutto a "non prendersi in giro", e che smascheri le eventuali falle dei propri ragionamenti – dogmatici, rigidi o inesatti.
Consiglio un percorso a tutti coloro che non hanno patologie, e che desiderano capirsi maggiormente, senza toccare quell’ambito del profondo che è la psicologia, con le sue tecniche elaborate.
Counseling: per chi non è
Sconsiglio un percorso di Counseling online a coloro che sono già seguiti da psicologi, psicoterapeuti, o che dovrebbero essere aiutati da queste figure. Al Counseling online si approda infatti quando il disagio è lieve, e mai quando il cliente ha ricevuto una diagnosi psichiatrica, ad esempio.
È inesatto dire che il Counseling permette di affrontare meglio la propria vita. Perché l’empowerment è a tratti più appannaggio del coaching, e non sempre è un appannaggio benefico (mi riferisco al pensiero positivo, nella fattispecie).
Counseling online: per chi è
Il Counseling è per coloro che non si sentono allineati alla propria esistenza e, quell’allineamento lo desiderano, senza edulcorare sé stessi, e la propria intima natura.
È soprattutto per coloro che, della propria intima natura, vogliono farne un modus vivendi.
In tal senso, la sfida della relazione d’aiuto a breve termine, è quella di portare la persona a combaciare con sé, attraverso scelte davvero in sintonia con il proprio bisogno di felicità e benessere quotidiano.
La relazione d'aiuto è un impegno con sé
Il mio consiglio è quello di provare almeno un incontro, per comprendere (dai fatti) cosa sia il Counseling.
Iniziare una relazione d'aiuto (quindi un percorso di 10 incontri) rappresenta un impegno reale e concreto verso sé stessi, volto al miglioramento delle proprie relazioni, nonché della qualità della propria vita.
Iniziare un percorso: è una scelta da fare con ponderatezza
Consiglio alle persone di pensarci molto bene, prima di intraprendere un percorso.
Ci saranno sessioni più impegnative di altre, consulenze che inviteranno a far fronte ai propri automatismi quotidiani, e momenti in cui il cliente potrà anche arrivare ad odiare chi facilità il risveglio e il cambiamento. Fa parte del viaggio nel cambiamento, e va messo in conto.
Giulia Scandolara - Tarologa professionista, Gestalt e Art Counselor